Il francobollo che celebra l'assenza dei papi - Teresa Scarale - Sole 24 ore

ALAGNA NUMISMATICA S.R.L. • May 16, 2025

Il collezionismo filatelico vive una battuta d’arresto su molti fronti, una passione che coinvolge ancora i boomers e meno le giovani generazioni. Ma che l’interesse per le vecchie e nuovi francobolli vaticani potrebbe coinvolgere il mondo dei cristiani cattolici sulla scorta delle nuove emissioni e del forte impatto che Papa Francesco ha avuto nel suo pontificato.


Il francobollo di Sede Vacante MMXXV e le precedenti

Il 28 aprile 2025 la Città del Vaticano ha emesso una serie di quattro francobolli commemorativi, cosiddetti di “Sede Vacante”, con una tiratura di 70mila pezzi. Ciascun francobollo raffigura il Padiglione della Sede Apostolica sorretto da angeli, a protezione delle chiavi decussate, ossia le chiavi di San Pietro disposte in croce di Sant’Andrea; una d’oro, l’altra d’argento: la prima si riferisce al potere sul regno dei cieli, la seconda allude al potere spirituale del Papa sulla terra. Vi compaiono le scritte: “Sede Vacante MMXXV”, “Città del Vaticano”, con l’indicazione del rispettivo valore: 1,25 € – 1,30 €– 2,45 € – 3,20 €, ossia le varie tariffe di spedizione. Prende la denominazione di Sede Vacante l’emissione filatelica che – dal 1939 – celebra il periodo che va dalla morte del Papa all’elezione del suo successore. L’attuale Sede Vacante dedicata a Papa Francesco è l’ottava: la prima fu emessa infatti nel 1939, alla morte di Papa Pio XI; la seconda nel 1958, alla morte di Pio XII; poi nel 1963 (morte di Giovanni XXIII); il 1978 ne accolse due (Paolo VI e Giovanni Paolo I). Le ultime tre Sedi Vacanti sono di questo millennio: 2005 (Giovanni Paolo II), 2013 (dimissioni Benedetto XVI) e 2025 appunto.

 

Interesse collezionistico della filatelia vaticana

Per assicurarsi quest’ultima, gli interessati si sono sottoposti a code di diverse ore sotto al Colonnato. Al di là dell’interesse emotivo suscitato da questo francobollo, ci si chiede quale possa essere quello puramente collezionistico. «Per quanto sia pari a un decimo di quello che era ai tempi d’oro della filatelia, un numero come 70mila non è sinonimo di rarità: rappresenta più del doppio rispetto alle serie ordinarie emesse annualmente dal Vaticano», spiega Pier Guido Landi, già grossista della Santa Sede, dal 1985 al 1992 presidente della Federazione nazionale commercianti filatelici. «In ogni caso, il valore da 3,20 € è andato esaurito già nella mattina di venerdì 2 maggio». Nel momento in cui scriviamo, la “Sede Vacante 2025” si trova online da 50 a 150 €. «La FOMO (fear of missing out, ndr) viene alimentata dai servizi tv dei canali internazionali. Passato il picco di interesse però, i prezzi crollano e questi francobolli tornano a valere pochissimo», è il commento di Alberto Coda Canati, direttore del dipartimento filatelia de Il Ponte Casa d’Aste; «è la rarità, oltre che il suo stato di conservazione, a rendere prezioso un bene da collezione».

Un francobollo di sede vacante è mai transitato in asta? «Assolutamente no», risponde Luca Alagna, vicedirettore del dipartimento di numismatica di Cambi Aste ed esperto di filatelia, già presidente dei Numismatici italiani professionisti (Nip). «Si tratta di emissioni abbastanza comuni, con quotazioni risibili. Si pensi solo che, da catalogo, la prima emissione di Sede Vacante vale 50 €; per di più, il valore da catalogo è solo teorico e più elevato rispetto a quello reale. Per dire, si trovano sedi vacanti Giovanni XXIII a 2,30 €, Paolo VI a 40 centesimi. Pur essendo emissioni particolari, fatte in occasioni rare, le elevate tirature fanno sì che non raggiungano mai valori economici apprezzabili. Il discorso cambia se si parla di monete o medaglie di Sede Vacante, la cui tradizione si perde nei secoli». I francobolli di Sede Vacante nascono infatti solo con la Città del Vaticano (dunque l’11 febbraio 1929; la prima serie filatelica viene dedicata alla Conciliazione); «monete e medaglie invece erano già in uso durante tutta l’esistenza dello Stato Pontificio», prosegue Alagna. Esistono almeno “varietà”, ossia francobolli con errori di stampa, tanto cari ai filatelici? «Per quanto riguarda le sedi vacanti, non ne ho memoria», risponde Pier Guido Landi.


La serie Provvisoria e il futuro del collezionismo filatelico vaticano

La serie vaticana più pregiata, quella con maggior valore, è in realtà la Provvisoria del 1934: ha la caratteristica di avere le cifre sovrastampate alle precedenti, e a catalogo è quotata 4000 €; ciò vuol dire che al dettaglio il collezionista la paga 1600 €, cifra che la equipara al francobollo “Errore di gioventù”, celebrativo della Giornata della Gioventù di Lisbona, emesso il 16 maggio 2023 e poi subito ritirato dalla circolazione perché tacciato di “celebrazione del colonialismo”. «C’è chi non ha la Provvisoria e si è comprato il francobollo ritirato. Per me, era meglio comprarsi la Provvisoria, di cui pare solo nelle Sacre Stanze esista un foglio intero di 100 serie» dice Enrico Capone, commerciante filatelico romano, che definisce “fuoco di paglia” l’interesse nei confronti delle serie di Sede Vacante. «È un fenomeno puramente speculativo, alimentato anche dalle difficoltà che da diversi mesi il Vaticano crea all’approvvigionamento filatelico». A detta di Capone e Landi, è infatti diventato difficilissimo accaparrarsi nuove emissioni filateliche d’Oltretevere «da almeno sei mesi». Il motivo ufficiale è che la Santa Sede «sta sistemando l’anagrafica» racconta Capone, che lamenta il forte rischio di ripercussioni sulla sopravvivenza stessa del collezionismo proprio a causa di questi intoppi. È più ottimista Landi, pur ammettendo che il collezionismo filatelico non gode attualmente di grande fortuna: «In questo momento c’è una grande disaffezione nei confronti dei francobolli; manca proprio il piacere di stare in casa a prendersi cura della propria collezione, a studiare. Manca la cultura del collezionare, che equivale a tessere piano piano il gomitolo della memoria. Ma al mondo ci sono 1,4 miliardi di cristiani cattolici. Io penso che in Asia e nei paesi più poveri – anche grazie ai bassi prezzi dei francobolli – piano piano potrà rivivere una nuova età d’oro del collezionismo filatelico vaticano»




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Ma avremo modo nei prossimi giorni, dando voce ad alcuni dei protagonisti, di approfondire aspetti fondamentali. Orientamenti in giurisprudenza, prassi viziate, nodi da sciogliere Sul tavolo degli Stati generali una serie di questioni di scottante attualità, dagli orientamenti giurisprudenziali in materia di beni numismatici alle prassi della pubblica amministrazione nel rapporto con i privati e il mercato – prassi spesso viziate da una visione statalista – fino alle normative in fase di discussione e, ovviamente, alle proposte di modifica alle leggi esistenti in modo da poter garantire alla numismatica, gestita in modo etico e responsabile, diritto non solo di esistenza ma anche di sviluppo e di sinergia con lo Stato. Sì, perché uno dei concetti emersi è stato anche – a seguito della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Faro – quel fondamentale passaggio evolutivo dal tradizionale diritto “dei” beni culturali ad un innovativo diritto “ai” beni culturali, in questo caso i beni numismatici, visto nell’ottica della comunità nazionale e dei singoli, dei privati come dei professionisti, come soggetti attivi di tutela. Sala gremita, nei limiti delle normative sanitarie, alla Biblioteca del Senato presso il Palazzo della Minerva a Roma: sul palco si sono alternati oratori istituzionali e privati, professionisti e giuristi Un diritto inalienabile, quello al collezionismo e al commercio di monete, né in nome di una strampalata presunzione di provenienza dal sottosuolo di tutte le monete antiche e medievali – per gran parte, solo passate di mano in mano e sul mercato per secoli – né in nome di quel 1909 ante quem si vorrebbe rendere obbligatorio dimostrare la provenienza di ciò che, invece, è semplicemente stato conservato in patrimoni e raccolte private. I collezionisti e il commercio etico: soggetti attivi di tutela Illuminante, in merito al concetto di “interesse pubblico” per le cose numismatiche, è stato il parere del presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione, il giudice Francesco Antonio Genovese, che ha sottolineato come alle due categorie canoniche – le monete “di proprietà pubblica” e quelle private “oggetto di tutela” – sia ormai necessario codificarne una terza, quella delle monete, antiche o moderne che siano, e sono la maggioranza, “prive di qualità di interesse per la pubblica amministrazione”. Dal giudice Francesco Antonio Genovese, presidente della I Sezione della Corte di Cassazione, è venuta una riflessione sulla necessità di ripensare in senso meno statalista i criteri di tutela dei beni numismatici Anche perché, paradossalmente, le azioni dello Stato contro il mercato e il collezionismo ufficiali – che si manifesta in sequestri, ritardi o dinieghi nei certificati di esportazione, dichiarazioni di supposto “pregio” e/o “rarità” per singoli esemplari o intere raccolte – non deriva dal Testo unico dei Beni culturali né da leggi preesistenti e non abrogate bensì, in massima parte, da mere circolari ministeriali che sarebbe bene riscrivere, e in tempi brevi. I Numismatici italiani professionisti, le associazioni professionali internazionali AINP e FENAP, la Società numismatica italiana, l’Accademia italiana di studi numismatici hanno portato le loro voci per testimoniare in Senato, al tempo stesso, la molteplicità e l’unità d’intenti del mondo numismatico, senza contare i tanti, qualificati docenti universitari che hanno mostrato come l’esistenza del collezionismo e del mercato siano fondamentali anche per lo sviluppo della ricerca scientifica (quanto e talvolta più delle raccolte statali, in parte non catalogate nè pubblicate). La passione numismatica, un pilastro del patrimonio pubblico La presenza delle istituzioni è stata del resto anche occasione per ribadire il fondamentale contributo culturale di una plurisecolare tradizione di collezionismo e commercio di monete che tanto ha inciso anche sulla formazione del patrimonio pubblico (anche qui, con le sue monete di Venezia donate al Museo Correr, Papadopoli Aldobrandini insegna). E se lo Stato oggi non dispone – per varie ragioni e facendo le dovute eccezioni – di personale sufficiente o adeguatamente qualificato per discriminare i beni numismatici meritevoli di tutela dai milioni di monete antiche e moderne che circolano legittimamente sul mercato e nelle collezioni, allora che si avvalga della disponibilità di numismatici professionisti ed esperti privati. Una simile pratica, che si potrebbe proporre al Nucleo TPC dei Carabinieri, sarebbe un modo per creare una nuova ed efficace sinergia pubblico-privato; come lo sarebbe individuare – e anche in questo, basterebbero delle circolari ministeriali – delle categorie di materiali numismatici di libera circolazione. E altre proposte non mancano, perchè il collezionismo è imprescindibile per la tutela dei beni numismatici. Gli Stati generali della numismatica sono stati occasione di celebrare un secolo dalla scomparsa di Nicolò Papadopoli Aldobrandini, senatore del Regno, collezionista di monete e studioso di fama Per il futuro di un bene culturale “personale e collettivo” Perché mettere all’angolo in Italia il collezionismo e il commercio numismatico – si intende, quella numismatica praticata da privati e operatori come genuina, etica passione o come altrettanto legale professione – porterebbe ad un effetto nefasto, disastroso, diametralmente opposto a qualunque “tutela”, favorendo una diffusa circolazione illegale e sommersa delle monete (anche sotto il profilo fiscale) , il loro esodo verso l’estero; la distruzione, in sostanza, di quel “bene culturale” diffuso, materiale e immateriale, personale collettivo che è la numismatica. Gli atti degli Stati generali della numismatica saranno redatti entro breve ed è auspicabile che i contenuti siano recepiti in toto e valutati con attenzione dal Ministero della Cultura. E, al ministro Dario Franceschini, la numismatica italiana fa appello affinché il confronto avviato il 17 febbraio 2022 prosegua e porti a quel rasserenamento dei rapporti tra istituzioni e settore privato che, per la numismatica, ormai è ineludibile. LINK: https://www.cronacanumismatica.com/stati-generali-della-numismatica-voce-al-diritto-voce-al-collezionismo/
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