Monete da due euro rare: valgono davvero una fortuna?
06 Agosto 2025
Fra gli occasionali picchi di interesse numismatici, bisogna annoverare negli ultimi anni quelli per i conii celebrativi della moneta da due euro, diffusi in tutti i Paesi dell’eurozona. Si tratta di pezzi dall’elevato valore economico, come da più parti affermato? Facciamo chiarezza con l’esperto numismatico Luca Alagna, già presidente dei Numismatici professionisti italiani
Indice
- Cosa sono le monete rare da due euro?
- Quali paesi le hanno e quante sono
- Quanto vale una moneta commemorativa da due euro?
- Non tutte le monete da due euro rare sono “da collezione”
- I “veri” due euro da collezione
- I due euro commemorativi che valgono di più
- Sono rari solo i due euro commemorativi? Errori di conio e curiosità
Cosa sono le monete rare da due euro?
Hai queste rare monete da due euro? Potresti diventare ricco! Non è infrequente, da qualche anno a questa parte, imbattersi nel web in richiami sensazionalistici del genere, anche su testate giornalistiche. Quanto c’è di vero? Lo abbiamo chiesto all’esperto di numismatica moderna Luca Alagna, già presidente dei Numismatici professionisti italiani. Tutti gli stati dell’eurozona hanno emesso monete da due euro in edizione limitata, a partire dal 2004, per un totale di 568 tipi fino a oggi (31 luglio 2025). Si tratta di conii aventi corso legale, destinati al normale circolo, ma commemorativi di eventi storici, o attuali, che rivestono particolare importanza.
Quali paesi le hanno e quante sono
La prima a emettere una moneta da due euro commemorativa è stata la Grecia; il paese che ne ha emesse in maggior numero è stato invece il Lussemburgo (39), seguito da Finlandia (38) e Italia (37). La più parca è stata la Croazia (4) Si riscontrano inoltre cinque emissioni comuni a tutti i paesi euro: 50° anniversario trattati di Roma; 10° anniversario dell’Unione economica e monetaria; 10° anniversario delle monete e banconote in euro; 30° anniversario della bandiera europea; 35° anniversario del programma Erasmus. Le monete da due euro commemorative sono rare perché per legge non possono essere più dello 0,1% del totale di tutte le monete da due euro emesse dagli stati membri. Alternativamente, non possono costituire più del 5% del numero totale di pezzi immessi in circolazione dallo stato membro che le emette.
Tabella tratta da Wikipedia
Il Principato di Andorra, il Principato di Monaco, la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano (ovvero i microstati europei) non fanno parte dell’Ue, ma hanno stipulato con essa accordi monetari che consentono l’utilizzo dell’euro quale valuta ufficiale. Non solo: a questi paesi è consentito emettere un volume limitato di monete metalliche ordinarie, con disegni propri. Va da sé che la tiratura delle monete celebrative di questi territori è numericamente limitatissima, e in quanto tale molto ricercata dai collezionisti.
Quanto vale una moneta commemorativa da due euro?
«Una moneta da due euro – sfusa – vale due euro», chiarisce l’esperto numismatico Luca Alagna, già presidente dei Numismatici professionisti italiani. Tuttavia, se posta nell’apposito blister di plastica e di qualità fior di conio, può diventare un oggetto da collezione, e «il suo valore può essere più elevato di quello nominale».
Non tutte le monete da due euro rare sono “da collezione”
È bene chiarire però che «le monete da due euro non messe nelle confezioni ufficiali della Zecca, sono semplicemente monete aventi corso legale e in quanto tali non possono essere vendute». In tal caso, generalmente, possono valere qualche decina di euro e anche di più, nei casi di esemplari davvero introvabili.
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I “veri” due euro da collezione
Per la gioia degli appassionati, specifica Alagna che «esiste tutto un mercato di “monete confezionate” che hanno una loro tiratura, e in base ad essa e alle leggi del mercato collezionistico assumono determinati valori».
La rarità crea fibrillazione, notizie gonfiate, sensazionalismi da rete. La nota frase “se hai questa moneta da due euro sei ricco” è il classico specchietto per le allodole. «L’appassionato dovrebbe prestare estrema attenzione alle millantate vendite da 1500, 2000 euro o più, trovate su internet. La risposta del numismatico serio – quando contattato – disillude la gente. Non mi stancherò mai di ripetere che gli euro sfusi immessi in circolazione non hanno alcun valore numismatico. Ce l’hanno, ma solo quelli in confezione apposita, con il foglietto descrittivo a corredo. Una moneta da due euro sfusa – per quanto rara sia – non può essere venduta a 20 euro, per dire». Si tratterebbe di dieci volte il suo valore nominale e, almeno in via teorica, si potrebbe incorrere nel reato di usura.
I due euro commemorativi che valgono di più
Assodate dunque qualità, rarità e confezione della moneta, le quotazioni possono salire in maniera concreta, ma non certo in misura da far diventare “ricchi”. Attualmente, fra le monete da due euro rare più preziose, al numero uno c’è quella dedicata nel 2007 a Grace Kelly (1929 – 1982), con tiratura di 20.001 esemplari. Per ottenere un due euro fior di conio in confezione, dedicato alla principessa di Monaco, occorrono oggi infatti anche due, tremila euro. Quotazione leggermente inferiore per un’altra moneta del Principato, coniata in occasione del restauro del Palais Princier, residenza ufficiale della famiglia principesca.
Sono rari solo i due euro commemorativi? Errori di conio e curiosità
Non sono solo i due euro commemorativi a essere considerati rari: “rare” possono essere anche le comuni monete da due euro, se scarse nel numero, come quelle dei microstati di cui sopra, sempre da considerarsi nelle proprie confezioni ufficiali, magari anche con le altre monete (cosiddette “monete divisionali). Possono conferire lo status di rarità anche altre caratteristiche, ma qui il nostro Luca Alagna mette in allerta: «Errore di conio è unicamente quello riconducibile alle attività prodottesi durante la coniatura. Ad esempio, un caso in cui si palesa un evidente errore è quello della decentratura del tondello: la stessa effigie del diritto o del rovescio può essere coniata in tutte e due le parti, o viceversa ne può mancare una. Questi conii possono rivestire interesse collezionistico, ma generalmente non raggiungono mai cifre elevate per via della poca richiesta».
Altra cosa sono le piccole varianti presenti nelle monete, le cosiddette curiosità. Ricorda Alagna che «uno dei protagonisti principali nella produzione delle monete è infatti il punzone che, come un martello, batte ripetutamente sulla superficie del dischetto di metallo per imprimervi l’immagine della moneta». Questa azione reiterata «logora progressivamente lo stesso punzone, causando piccole differenze nella coniazione, considerabili appunto curiosità numismatiche, senza che ciò comporti una variazione nella catalogazione della rarità e nella quotazione», conclude l’esperto.
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